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Un ventidueenne napoletano si impicca nel carcere di Benevento. Ciambriello e Ioia: “Non conosciamo il corto circuito che porta a queste tragedie

Salvatore L., 22 anni, si è impiccato ieri notte nel carcere di Benevento. E’ il nono suicidio in Campania dall’inizio dell’anno. Finora in tutta Italia si è arrivati a 47 persone.

Lo rendono noto Samuele Ciambriello, garante campano delle persone private della libertà e Pietro Ioia, garante napoletano. “Non conosciamo il corto circuito che porta a queste tragedie. La maggioranza di loro sono giovani ed in carcere per piccoli reati. Il carcere è stato rimosso, è diventato una discarica sociale, che ospita detenzione sociale. Salvatore, napoletano, proveniva da Brindisi e da sabato era nel carcere di Benevento, nella giornata di ieri, alle 15:00, aveva sentito al telefono la sua compagna. Era arrivato a Benevento per una udienza ed era in cella con un’altra persona. Domani ci sarà l’autopsia. Vite,come si vede,per lo più giovani, finite, per disperazione, senso di impotenza o chissà cos’altro, nei pochi metri quadrati di una cella,insieme ad un altro recluso. Chiediamo che si faccia chiarezza su questa morte”, commentano Ciambriello e Ioia che poi concludono lanciando un appello: “Abbiamo bisogno di più figure sociali nelle carceri, di più trattamento, di più lavoro. Il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria può custodire ed accudire, ma non c’è rieducazione e reinserimento sociale senza azioni positive del territorio e degli Enti locali. E il volto costituzionale della pena necessità di magistrati di sorveglianza più efficaci e coraggiosi.”

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