AUSCHWITZ.. «Come diveniamo crudeli se ce ne danno il permesso. La chiamano guerra. Il suo nome vero è follia…»
Così scriveva un poeta, figlio di un gerarca Nazista, nel pieno svolgimento della seconda guerra mondiale e (quindi) dello sterminio degli ebrei…
La guerra e le sue strategie, molto spesso incomprensibili e, comunque, sempre drammatiche negli effetti, possono far commettere errori, anche grandi, anche assurdi, anche dirompenti. Il passato non si può cancellare. Si può costruire il futuro, però, e passando necessariamente per il presente… L’ho scritto ieri. Mi sento di “dirlo” anche oggi: non fa nulla se sarò ridondante… Non basta (e non basterà) più “soltanto ricordare”. Certe immagini dovrebbero far riflettere. Dovrebbero rimettere in moto il senso autentico e dirompente della storia e della stessa attualità, e invece…
La nostra società è in crisi profonda. Del tutto ripiegata su se stessa. Finché si continuerà soltanto a gridare, senza cuore, senza passione e senza idee, “i campi” e la devastante e prevaricante linea divisoria tra presunti “belli e buoni”, da una parte, ed (altrettanto) presunti “brutti e cattivi”, dall’altro (di fatto) continueranno ad esistere, e noi “continueremo a viverci dentro”, senza nemmeno accorgercene, col rischio di risvegliarci un giorno del tutto incapaci, finanche di inorridire…
È da almeno 4 anni che, da cittadini appassionati, assistiamo ad uno spettacolo incomprensibile. Una destra sempre più disarmante, capace di inneggiare finanche a Putin ed al “Vecchio Presidente Biondo” recentemente eletto.
Sovranisti. Nazionalisti. “Confusi” alla ricerca del potere… Gente capace di guardare soltanto indietro. Possiamo scegliere di seguirli, ma possiamo (anzi, dobbiamo) anche fare altro…
Il mondo non ha bisogno di nuovi “muri”. I “muri” vanno scalati. Abbattuti. Distrutti!
Non saremo mai tutti uguali. È “legge di natura”. Ma nella dignità, nel rispetto per gli altri, nella spinta culturale e sociale verso la libertà e verso l’autodeterminazione libera e consapevole, sia dei popoli che degli individui, nessuno più dovrà patire dolore. Non si possono ricordare i morti ed infierire sui vivi. È cosa assurda, grottesca e priva di dignità, proprio come la reiterata e spasmodica voglia di sopravvivenza politica di tante persone che farebbero (invece) molto meglio a dedicarsi ad altro…
Onore a chi ha provato a scrivere una pagina nuova. Noi “altri”, quelli che sono venuti dopo, abbiamo capito, abbiamo apprezzato ed abbiamo fatto nostra quell’idea di “bellezza” che rimarrà nota caratteristica della nostra generazione (ed anche quando non sarà espressa fino in fondo, da tutti). Un “ponte” che proveremo a difendere tutti i giorni, anche in quelle “semplici, piccole cose” alle quali, da “comuni mortali”, siamo “destinati”…