Economia e Welfare

Ungheria in rivolta

Sono molti i cittadini scesi in piazza contro la decisione di Viktor Orbàn di silenziare l’ultima radio indipendente ungherese, KlubRadio. È dal novembre del 2019 che la seguente radio  tenta di rinnovare la licenza di trasmissione senza successo. In Ungheria la legge prevede che l’Autorità controlli l’uso delle frequenze e i contenuti dei media. E il motivo formale della revoca della licenza a Klubradio, che ha visto respinto il suo ricorso dalla Corte di giustizia di Budapest, è che non aveva notificato in tempo i contenuti trasmessi. Andreas  Arato, proprietario della radio, non si da per vinto e scrive un post su Facebook dove comunica che il suo lavoro non si fermerà, infatti nel frattempo il team di Andreas si è trasferito su internet e su Youtube.  In soccorso ai cittadini e alla radio  arriva l’Unione Europea  chiedendo a Budapest di consentire le trasmissioni della nota emittente che, negli ultimi anni, proprio a causa di alcune limitazioni già imposte trasmetteva solo nell’area della capitale. “Quando l’Ungheria applica le norme Ue sulle frequenze dovrebbe rispettare la Carta dei diritti fondamentali che include la libertà di espressione, informazione e di impresa“, ha detto Christian Wigand, uno dei portavoce della Commissione europea. Oramai sono già due giorni che la radio non trasmette più, e Arato e i cittadini sembrano stufi di questo comportamento, definito da molti  “dittatoriale”. Fra circa un anno ci saranno delle nuove e fondamentali elezioni e Orbàn ha preferito mettere a tacere voci per lui “scomode”.

A cura di Francesco Storto

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