Unicredit ha reso noto di prevedere tra il 2019 e il 2023 in Italia 6mila uscite e la chiusura di 450 filiali. Lo si legge nella lettera inviata ai sindacati nell’ambito dell’apertura della procedura. In particolare 500 sono “eccedenze di capacità produttiva” del piano appena chiuso Transform 2019 mentre 5.500 riguardano “nuove eccedenze” legate al piano Team23.
Per le altre uscite si “intende poi valutare in via prioritaria l’attuazione dello strumento del fondo di solidarietà di settore”. In relazione a questa soluzione la banca “ritiene sostenibile far riferimento all’uscita di personale più prossimo al diritto di pensione, con un anticipo medio rispetto al primo requisito pensionistico di 36 mesi, adottando finestre di uscita che garantiscano certezza di realizzazione degli obiettivi di riduzione”.
L’istituto “chiarisce si da ora che, nell’ambito della valutazione, si terrà conto delle residue circa 400 richieste di accesso alla sezione straordinaria del fondo di solidarietà di settore raccolte e non accettate nell’arco di piano Transform 2019 tra la popolazione maturante il primo requisito pensionistico entro il 30 giugno 2024”. Poi per quelli che “successivamente al termine della raccolta del precedente piano” hanno avuto “un anticipo della maturazione del proprio requisito pensionistico entro il primo giugno 2024” la banca “conferma la disponibilità a gestirne la cessazione in via prioritaria entro la fine del primo semestre 2020”.
Infine, nell’ambito della trattativa verranno approfondite “ulteriori forme di esodo che consentano di ampliare le forme e/o le uscite” come “quota 100, opzione donna, riscatti di periodi non coperti da contribuzione”.
Il ministro Catalfo convoca i verticiNel frattempo il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Nunzia Catalfo, ha convocato i vertici di Unicredit per venerdì 21 febbraio. Lo comunica il ministero, in una nota, dopo l’annuncio del gruppo di 6000 esuberi.