Vernissage con pubblico incontro per l’inaugurazione della mostra fotografica di Francesco Manguso al Pan, il Palazzo delle Arti Napoli. A introdurre la serata l’attrice/cantante Francesca Rondinella, in qualità di presidente dell’associazione Antego, organizzatrice dell’evento. La conduzione poi è passata al critico d’arte Enzo Battarra, che a sua volta ha presentato gli artisti ritratti nelle foto.
“Uno sguardo nell’arte”, questo il titolo dell’esposizione, nasce da un’idea di Enrico Grieco e si concretizza poi grazie all’apporto del fotografo Francesco Manguso, che ha scattato le sue immagini durante gli incontri informali con gli artisti nei loro studi. L’obiettivo era quello di porre due giovani allievi fotografi, Marcella e Roberto Orefice, a confronto con dieci autori tra i più rappresentativi del territorio campano. Alla fine, il libro riporta i testi scritti dei due allievi come cronache emotive degli incontri, mentre gli scatti fotografici sono stati realizzati e selezionati con dovizia da Manguso. Un lavoro quindi a incastro, quasi a scatole cinesi: l’arte nell’arte.
Bravo Manguso nel riprendere i momenti in cui gli artisti conversano con i due giovani interlocutori o mostrano a loro il proprio lavoro. “Altre immagini – come scrive Battarra – li riprendono in momenti di riflessione, in atteggiamenti da posa. In tutte le fotografie si vedono anche le opere, ma i protagonisti sono loro, gli artisti all’opera, padroni del proprio spazio, sicuri all’interno del loro alveo protettivo, lo studio”.
I loro nomi sono quelli di Ahmad Alaa Eddin, Sabato Angiero, Vittorio Avella, Angelo Casciello, Anna Crescenzi, Pietro Lista, Eliana Petrizzi, Felix Policastro, Luigi Vollaro e dello stesso Enrico Grieco. I loro splendidi volti di artefici magici sono espressione della loro stessa arte.
In occasione del vernissage è stato anche proiettato il video “Treperdieci”, che non è solo la testimonianza degli incontri negli atelier, ma è esso stesso frutto di una progettazione che ha lasciato la massima libertà agli artisti nel loro esprimersi davanti alla telecamera. Sono venuti fuori racconti autobiografici, ma anche vere e proprie performance a forte grado di spettacolarizzazione.