L’azienda statunitense che controlla il social network Facebook, ha individuato e rimosso centinaia di nuovi profili considerati «falsi e implicati in comportamenti considerati di «disturbo». Lo ha fatto in vista delle elezioni di medio termine negli Stati Uniti, per il prossimo novembre. Sono in tutto 652 fra pagine, gruppi e profili, dove la loro «attività molto sospetta» è legata ad una «condotta non autentica ma coordinata» che comprende la condivisione di materiale a sfondo politico. Questo sembra emergere dal social network. Gli addetti al lavoro, hanno deciso di intervenire con tempestività, dopo gli scandali per le falle sulla sicurezza e sulla privacy sollevate in particolare dal caso Cambridge Analytica, ma anche dopo i sospetti emersi nel caso Russiagate di interferenze guidate da Mosca per influenzare le elezioni statunitensi del 2016. L’azienda ha parlato di profili originati in Iran e in Russia. La scelta di intervenire di Facebook, e a scopo preventivo in modo da evitare attività di disturbo del normale dibattito in campagna elettorale, spiegando però di non aver ancora concluso appieno le analisi e le verifiche del materiale considerato sospetto e di non poter fornire ancora dettagli sulle eventuali motivazioni individuate alla base dei comportamenti giudicati sospetti. L’amministrazione degli Stati Uniti e il governo britannico, per quanto rivelato, sono stati informati di quanto fatto a scopo di tutela, oltre ad aver contattato nello specifico il dipartimento del Tesoro e il dipartimento di Stato di Washington alla luce delle sanzioni al momento imposte all’Iran. L’obiettivo molto evidente è che i siti sono stati creati allo scopo di diffondere disinformazione e, in particolare, in funzione di alcune opinioni politiche che riguardano realtà negli Stati Uniti, nel Regno Unito, in Medio Oriente e in America Latina. I rappresentanti di Facebook hanno spiegato che l’indagine condotta dalla società di sicurezza informatica FireEye ha individuato sostanzialmente quattro campagne di disinformazione diverse, di cui tre originate in Iran.
Raffaele Fattopace