La decisione dell’ormai ex presidente degli Stati Uniti arriva direttamente dal segretario Mike Pompeo: Cuba viene relegata nella lista dei Paesi sponsor del terrorismo, si tratta di un club ristretto che include Iran, Siria e Corea del Nord. Immediata la reazione dell’Avana, la quale ha “condannato l’opportunismo politico”.
NEW YORK – L’ultima decisione arriva direttamente dal Dipartimento di Stato americano con un comunicato ufficiale. A pochi giorni dalla fine del suo incarico alla casa Bianca Donald Trump torna a torna a colpire un bersaglio politico “storico” degli Usa e revoca una misura già nota all’amministrazione Obama nel 2015, la stessa amministrazione che riuscì a ripristinare i rapporti ufficiali: Cuba, paese castrista, viene reinserita nella black list dei Paesi accusati di terrorismo internazionale
Le sanzioni previste saranno in primo luogo di natura bancaria e diplomatica, anche se non è ancora ben chiaro quanto tempo sarà necessario per attuare le misure ritorsive: l’addio alla presidenza di Trump è previsto per il 21 gennaio.
Le relazioni ufficiali tra Washington e l’Avana si erano brutalmente interrotte poco dopo la salita al potere, nel 1959, di Fidel Castro e a questa sopracitata rottura seguirono decenni di tensioni periodiche fino a quando l’allora presidente Obama non accennò segni apertura nel 2015. Quanto ai rapporti di Trump con Cuba, questi risultano da sempre essere molto tesi, fin dall’inizio del suo incarico presidenziale nel 2017, basti ricordare i viaggi inaspriti e il blocco delle navi da crociera per poi giungere alle più attuali sanzioni circa le spedizioni di petrolio Venezuelano verso l’isola.
L’annuncio, come anticipato, è arrivato da Mike Pompeo, il quale ha rincarato la dose nell’ultima comunicazione pubblica ripresa dai media americani. “Con questa azione vogliamo inviare un chiaro messaggio. Il regime di Castro deve porre fine al suo sostegno al terrorismo internazionale e alla sovversione della giustizia statunitense” queste le sue parole, le quali altro non sono che l’ultimo “dispetto” a Biden in politica estera. Il segretario di Stato aveva, infatti, poco prima designato gli Houthi dello Yemen come organizzazione terroristica con una mossa chiesta dai falchi anti-iraniani negli Usa per poi cancellare le restrizioni dei contatti tra diplomatici americani e Taiwan facendo in tal infuriare la Cina, complicando i futuri rapporti del neo presidente Biden e Pechino.