di Valeria Valente
Ci risiamo, la stampa cittadina scrive che a #Napoli 9 edifici su 10 sono a rischio e, ancora una volta, dall’amministrazione comunale nessuna assunzione di responsabilità ma, come sempre, il tentativo di scaricare su altri. E su chi? Ovviamente sempre su regione e governo. Il copione è sempre lo stesso. Bene allora.
Dal 2010 ad oggi, il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale ha destinato alla Regione Campania oltre 74 milioni di Euro per studi di microzonazione sismica ed interventi di messa in sicurezza di edifici pubblici e privati; la Regione dunque deve, al più presto, sbloccare la parte di questi fondi non ancora erogati. Ma mi domando: il Comune di Napoli ha mai partecipato ai bandi già partiti? Mi riferisco ad esempio alle risorse rese disponibili nel 2013 per la messa in sicurezza degli edifici privati, esiste un piano di intervento che individui le priorità sul territorio? Sono state effettuate verifiche di vulnerabilità sugli edifici pubblici, obbligatorie dal 2003 ed indispensabili a valutare dove e come intervenire?
Ricordo come il Comune di Napoli fosse un tempo tra le Amministrazioni all’avanguardia per indagini e ricerche effettuate sul sottosuolo, mi pare invece che oggi ci si limiti ad attendere una “pioggia di fondi” senza tuttavia preoccuparsi di come concretamente utilizzarli.