Ridisegnare, ampliare, ammodernare e rilanciare sui territori l’importantissima attività dei consultori familiari: è questo l’obiettivo, certamente ambizioso, della proposta di legge che poche settimane fa ho depositato alla Camera dei Deputati. Come ho detto in questa intervista radiofonica il contesto sociale e con esso e in esso la dimensione della persona hanno conosciuto mutamenti profondissimi da quando la legge che ha istituito queste strutture è stata approvata. Dal 1975 ad oggi, infatti, sono passati esattamente quarant’anni e in questo amplissimo arco di tempo numerosi sono stati i cambiamenti e le conquiste delle donne. Penso innanzitutto alla maternità responsabile e consapevole, alla possibilità di portare avanti le proprie scelte anche al di là della famiglia tradizionalmente intesa e codificata nel pieno rispetto della salute della donna e dei minori. Penso all’interruzione di gravidanza, e al ruolo di assistenza e informazione decisamente importante attribuito proprio ai consultori dalla legge 194 del 1978. Ecco, a fronte di tali e tanti cambiamenti non è pensabile di lasciare questi presidi territoriali nello stesso stato in cui sono stati costituiti. E’ vero, lo spirito che animava quella legge, quello di fornire sostegno e assistenza a famiglia e genitorialità, è ancora attuale e intatto ma è proprio per non disperderlo che è necessaria una rivisitazione profonda della composizione, delle funzioni e delle modalità di intervento dei consultori. Innanzitutto, occorre recuperare la loro funzione originaria di presidi di prima accoglienza: per questo è necessario superare la concezione “para-sanitaria” di queste strutture e prevedere la presenza anche di figure professionali diverse come consulenti legali e mediatori culturali. L’aspetto della “prestazione medica” non è sicuramente marginale ma altrettanto importanti per tener fede allo spirito con cui i consultori sono stati voluti e istituiti sono le attività di prima assistenza, di relazione e indirizzo con gli altri servizi territoriali, di prevenzione e informazione culturale. Il principio cardine su cui poggia il nuovo impianto normativo proposto consiste nell’incontro che il consultorio deve realizzare tra competenze professionali delle figure che vi operano e il rispetto della capacità di autodeterminazione delle persone che vi si rivolgono. Proprio perché li ripensa come primo presidio di assistenza e informazione in caso di necessità e difficoltà, la nostra proposta di legge prevede che le prestazioni erogate dai consultori siano del tutto gratuite e a disposizione di tutte le cittadine e cittadini, anche degli stranieri quando domiciliati nel territorio di competenza. Consulenza alla persona, alla coppia, alla famiglia in difficoltà; prevenzione e assistenza nell’ambito della relazione, della sessualità, della fertilità, della gravidanza; educazione a maternità e paternità consapevoli e responsabili. Questi a grande linee i servizi erogati dai consultori in cui, in ogni caso, in loco o in strutture vicine e collegate dovrà sempre essere garantita la presenza di un medico non obiettore per i casi di interruzione volontaria di gravidanza.