di Vittorio Vasquez
Il dramma nel quale stanno vivendo gli utenti e gli operatori del Welfare richiede che non solo ci sia la nostra solidarietà ma anche il nostro impegno concreto nelle loro azioni di lotta. Le responsabilità sono tutte dei Poteri Pubblici per le ripetute scelte politiche a danno delle fasce sociali più deboli. E’ colpevole il Governo Renzi pronto a tagliare i fondi necessari per il sociale come nel caso del “Fondo Nazionale per le Politiche Sociali” ridotto oramai a 300 milioni dal già insufficiente iniziale di 1 miliardo. E’ colpevole la Regione Campania che per questa voce mette in bilancio 50 euro per abitante di fronte alle quote molto più elevate di tutte le altre regioni fino ai 300 euro del Trentino. E’ colpevole il Comune. Chi come me ha appoggiato la rielezione di De Magistris non vuole la crisi di questa amministrazione (anche perché a oggi non esistono alternative) ma non si può rinunciare ad esercitare con totale chiarezza al diritto di critica. In campagna elettorale il Sindaco si è impegnato a “rovesciare l’ingiusta piramide sociale” per mettere al primo posto i più deboli e solidarizza giustamente con tutti i lavoratori colpiti dalla crisi occupazionale. Ma tutto questo forse non vale anche per il Comune di Napoli? E’ grave e da condannare la noncuranza, il silenzio e le false promesse degli assessori Gaeta e Palma che evidentemente ricoprono incarichi che non corrispondono alle loro competenze e alle loro capacità. Sta al Sindaco dimostrare che intende dare risposte concrete e la volontà di cambiare. Anche cominciando a mettere mano alla farraginosa Macchina Comunale incapace di reperire risorse economiche con la riscossione dei tributi o con la dismissione del patrimonio comunale utilizzabile. La lotta per il Welfare ci chiede di ampliare un vasto fronte di alleanze, compresi i consiglieri comunali e regionali che si dicono di sinistra, i parlamentari, i sindacati, tenendo vivi e informati gli organi d’informazione. Bisogna stare in piazza perché solo così le istituzioni riescono a sentire le voci di chi ha bisogno.
VITTORIO VASQUEZ