CARACAS, Nei giorni scorsi, l’agenzia dell’Onu aveva espresso «profonda preoccupazione» per l’arresto della nota attivista per i diritti umani e presidente della ONG Control Ciudadano, l’avvocato Rocío San Miguel, chiedendone il rilascio immediato. Il governo del Venezuela ha sospeso le attività dell’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani a Caracas, ordinando al suo personale di lasciare il Paese. Il legale, è stata arrestata una settimana fa nell’area immigrazione dell’aeroporto internazionale di Caracas con l’accusa di «tradimento e terrorismo» per il ruolo che avrebbe avuto in un presunto complotto per assassinare il presidente, Nicolás Maduro. Il ministro degli Esteri, Yvan Gil, ha dichiarato che l’ufficio dell’Onu ha assunto un «ruolo inappropriato» ed è diventato «lo studio legale privato dei complottisti e dei terroristi che cospirano permanentemente contro il Paese». La portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, Ravina Shamdasani, presente in Venezuela dal 2019, in una nota ha replicato: «Ci rammarichiamo di questa decisione e stiamo valutando i prossimi passi». Il paese da diversi anni vive in una crisi economica e di privazioni, il governo ha attuato una politica repressiva contro il popolo che si oppone, tant’è che spesso l’energia elettrica si alterna, cosi come i bene di prima necessità, a pagarne le sofferenze sono le persone anziane sofferenti ed i bambini che in questa condizione sono denutriti o ammalati. La comunità internazionale pur inviando beni e materiali a sostegno del popolo venezuelano, spesso gli sforzi risultano vanificati da forme di controllo o blocchi degli aiuti da parte degli organi di polizia.
A cura di: Raffaele Fattopace