Con 86794 firme, il Movimento Rifiuti Zero ha presentato, l’anno scorso, una proposta di legge nelle mani del Presidente della Camera dei Deputati e nelle prossime settimane dovrebbe approdare, per la discussione, nella VIII Commissione presieduta dall’Onorevole Realacci.
«È un primo importante successo – fanno sapere dal Movimento nazionale legge Rifiuti Zero – che vede riconosciuto il valore di un impegno a due anni dalla importante risoluzione del Parlamento Europeo su discariche e inceneritori entro il 2020 e nel pieno del semestre EU a guida del Governo italiano. L’avanzata della strategia Rifiuti Zero in Italia ed in Europa, l’impegno di tanti comitati, associazioni, movimenti, liberi cittadini a determinare un cambio di rotta nella strategia del recupero/riciclo dei materiali post consumo, l’impegno del Parlamento nel riconoscere l’esercizio costituzionale del diritto sancito all’art. 71 – “Il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”, apre una prospettiva legislativa coerente col mandato ai cui i sottoscrittori hanno delegato il Movimento Legge Rifiuti Zero».
In effetti, ad oggi le iniziative dei governi sono sempre state timide rispetto alle intese internazionali sulla riduzione degli inquinanti. È passato tantissimo tempo da quel lontano 1992 a Rio de Janeiro o anche dal Protocollo di Kyoto del 1997 ma poco è stato fatto in termini ambientali. Il prossimo traguardo è il 2020, quando gli Stati si sono impegnati nel patto “20-20-20”, ovvero ridurre i gas serra del 20%, alzare al 20 % la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e portare al 20 % il risparmio energetico il tutto entro il traguardo di fine decennio.
«L’Italia – ha continuato Franco Matrone, portavoce nazionale del Movimento RZ – alla guida del semestre europeo, ha una grande opportunità, per una volta, nell’indicare all’intero continente un percorso legislativo che sottende una operazione di totale revisione giuridica, di generale riconversione tecnologica e soprattutto di un grande percorso culturale di partecipazione popolare. Questo vuole essere la Legge di iniziativa Popolare e questo auspicano quanti da nord a sud hanno messo la faccia, il tempo e il cuore per proporla e sostenerla consapevoli che l’oggettiva difficoltà evidenziata nel percorso organizzativo, tra le diverse realtà del Movimento, non possa in alcun modo inficiarne lo straordinario risultato».
Tanto ancora deve essere fatto affinché la vera sfida per la creazione di un ciclo virtuoso di tutela dell’ambiente e della natura si chiuda e possa dare i suoi risultati. Occorre, infine, insistere sulla raccolta “porta a porta”, incentivare il riutilizzo e la riparazione, investire sul compostaggio dei materiali organici ma prima ancora occorre una cultura indispensabile del consumo critico e della riduzione dei rifiuti che attraversi tutti i passaggi della filiera. Solo in questo modo possiamo affrontare le sfide che ci siamo posti come paese e consegnare un territorio più salubre rispetto a quello attuale.
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