Figlio dell’attore di teatro Antonio Casagrande, Maurizio si appassiona prima di tutto alla musica. Impara a suonare il pianoforte e poi capisce che il suo grande amore è la batteria. Negli anni 70 fa parte della band i “Tetra Neon” e dopo lo scioglimento, si iscrive al Conservatorio per continuare il percorso musicale. Arriva sul palcoscenico del Teatro Cilea, come attore, per una fortuita occasione, ma grazie alla sua bravura viene subito scritturato dalla compagnia di Nello Mascia. Da qui la lunga serie di successi artistici, che l’hanno reso celebre al grande pubblico. Numerosi i film, le fiction e gli spettacoli teatrali, dove ha preso parte come autore, attore e regista. Attualmente è a teatro con la terza tournée di “E la musica mi gira intorno”, lo spettacolo di cui è regista e autore insieme a Francesco Vellonà, racconta cinquant’anni di vita attraverso la musica.
Qual è la chiave del successo di questo spettacolo?
La sincerità! Racconto quella parte di me che non tutti conoscono. Ho sentito il bisogno di riprovare certe emozioni passate e raccontarle ad un amico, il mio pubblico. Quando terminato lo spettacolo, mi dicono non ce l’aspettavamo, è una grande soddisfazione! Sorprende il pubblico e soprattutto i giovani che mi vengono a vedere, a 55 anni mi sembra un ottimo risultato.
Si parla dell’uomo Maurizio, più che dell’artista?
Si. Non si tratta di ricostruire la mia carriera, ma la mia vita. Non voglio autocelebrarmi, non avrebbe senso, né tanto meno è uno spettacolo nostalgico. Voglio solo raccontare ricordi fondamentali per me, grazie al potere della musica e delle sue emozioni. Le canzoni sono una parte importantissima, dicono qualcosa e arriva subito il messaggio a chi ascolta.
Come cambia l’approccio alla musica da parte degli utenti?
Basta andare su internet per sapere tutto di un musicista, famoso o non. Prima quello che potevo fare era andare a comprare un LP, che costava anche tanto. Da giovane, ero di buona famiglia, ma i miei non mi riempivano di soldi, come è giusto che sia. Mettevo da parte quelli delle paghette e poi dovevo scegliere cosa acquistare. Ad esempio i Deep Purple, i miei idoli da sempre, ho saputo quasi un anno e mezzo dopo del loro scioglimento. Ero un fan accanito che stava imparando a conoscere qualcosa che non esisteva più.
Nello spettacolo c’è tanta musica, ma non manca la comicità, un’altra delle tue doti.
La musica è vita e se si vive si ride. Sono convinto di questo. Molti dei miei illustri colleghi e predecessori, nella propria vita hanno avuto il senso di colpa del far ridere. Io penso che saper far ridere sia una marcia in più! Un patrimonio che ho avuto la fortuna di avere in dono. Credo serva a far arrivare di più tutto, anche la parte malinconica e arrabbiata. Col sorriso apri le porte e quando le hai aperte, puoi far entrare tante altre cose.