E’ un Napoli distratto e nervoso quello che entra in campo ad Udine, contro una squadra a caccia di punti salvezza. La pressione dovuta ai risultati della Juventus e probabilmente il peso delle trasferte per le Nazionali hanno fermato la squadra di Sarri, da domenica ufficialmente prima tra gli umani. La difesa azzurra ha sbandato come poche volte in questa stagione. Male Ghoulam e Koulibaly, presi ripetutamente di infilata dagli avversari, e colpevoli di due interventi goffi e plateali che hanno causato i due rigori in favore dei friulani, uno dei quali parato da Gabriel. L’esterno algerino ci mette del suo anche in occasione del terzo gol della squadra di De Canio, non riuscendo a reggere l’ennesima sgroppata di Widmer, mentre i centrali di Sarri dimenticavano Thereau, libero di chiudere la partita. Il secondo gol friulano è invece opera di Gabriel. Il portiere brasiliano perde goffamente il pallone nel tentativo di controllarlo con i piedi , spianando la strada per il passaggio al centro che Fernandes mette in rete, firmando la propria doppietta. Il gol del momentaneo pareggio, ça va sans dire, è del marziano col numero 9. Con un terra aria dai 25 metri Higuain illude e si illude, firmando il gol numero 30 in 31 partite, prima di arrendersi.
Il Napoli nel complesso ha giocato una pessima partita, nervoso ma anche stanco. Ghoulam, Koulibaly ( ammonito e a rischio espulsione per tutta la gara) Hamsik, Jorginho, Insigne erano chiaramente sotto tono, e giocatori come Strinic, Valdifiori, Mertens e Gabbiadini, potevano probabilmente entrare prima oppure in alcuni casi partire dall’inizio. Il Napoli nel secondo tempo parte dal 2 a 1 e ci si aspetterebbe una scossa. Invece anche in questo caso, Mertens, El Kaddouri e Gabbiadini, entrano dal quindicesimo in poi. Sarri ne indovina poche stavolta, anche perchè cambia poco. La gestione delle partite e della rosa ( inadeguata rispetto a quella bianconera per la vittoria finale) sono forse l’unica pecca di un allenatore che arrivando secondo, avrebbe compiuto un’impresa a dir poco inaspettata, dando alla squadra un’identità e recuperando moltissimi calciatori. Tuttavia la sua espulsione dopo appena 27 minuti , tradisce il nervosismo di un allenatore e di una squadra, non abituata alla gestione della pressione. Il Napoli manca di riferimenti di spessore in alcuni momenti, e anche questa non appare come una novità. Reina ( assente ieri per infortunio) e Higuain sono gli unici punti fermi di una squadra che tra i tanti ottimi calciatori dei quali può disporre, difetta tuttavia di leader veri e propri, soprattutto a centrocampo. L’espulsione del Pipita ( frutto di un arbitraggio ricco di errori nella gestione della gara, ma non in occasione dei rigori) che scoppia quasi in lacrime, è figlia soprattutto di una profonda delusione.
A sette dalla fine il Napoli è ormai a sei lunghezze dal sogno scudetto, ma è ancora saldamente secondo, con quattro punti di vantaggio sulla Roma. I giallorossi, che hanno schiantato la Lazio nel derby, corrono forte, e a quattro dalla fine ci sarà lo scontro diretto tra Roma e Napoli all’Olimpico. Il Napoli squadra ha l’obbligo di ritrovarsi per difendere un traguardo comunque fondamentale, al termine di un campionato che sarebbe in quel caso straordinario. Al Napoli Società, l’onere nella prossima estate di ampliare la rosa (tecnica e dirigenziale) e di arricchire difesa e centrocampo con un proprio Higuain.