“Il presidente del Senato Pietro Grasso ha rassegnato le dimissioni dal gruppo del Pd e, ai sensi del Regolamento, sarà iscritto d’ufficio al Gruppo misto del Senato”. Recita così una nota di Palazzo Madama che certifica la decisione del presidente, senatore ed ex magistrato. Grasso avrebbe deciso di lasciare il gruppo Dem perché non si riconoscerebbe più né sul merito, né con i metodi usati dal partito che è arrivato tra l’altro a chiedere ben 8 voti di fiducia sulla legge elettorale. Grasso insomma avrebbe voluto prendere le distanze da un partito, il Pd di Renzi, che non sembrerebbe più avere in grande considerazione il ruolo del Parlamento. Dai tempi della riforma costituzionale, Grasso non si è mai tirato indietro in quelle che sono state le sue responsabilità, anche quando si è trattato di prendersi degli insulti, ma probabilmente ora la misura è colma. E gli attacchi che gli sono stati tributati anche dal presidente del Pd Matteo Orfini lo scorso settembre non avrebbero contribuito a svelenire il clima.
Zanda (Pd): “Non condivide la linea politica del partito”
Il capogruppo dem, Luigi Zanda, conferma le dimissioni. “Il Presidente Grasso mi ha comunicato per telefono la decisione di dimettersi dal gruppo del Pd poco prima di renderla nota. Per me è stata una notizia inaspettata e in nessun modo prevedibile”. Si è dimesso dal gruppo principalmente perché non condivide la linea politica del partito e, in particolare, le decisioni sulla legge elettorale”.
Il M5S: “Adesso è troppo tardi”
Per il senatore del Movimento 5 stelle, Vito Crimi, che aveva invitato il presidente Grasso a dimettersi la decisione è tardiva. “Apprendo adesso che Grasso lascia il gruppo del Pd – ha detto Crimi -. A lui dico: adesso è troppo tardi, Presidente, doveva farlo prima e così avrebbe evitato di mettere il suo nome tra i responsabili dell’approvazione del Rosatellum. E invece l’unico ad aver fatto questo gesto nella storia repubblicana, e a dimettersi per protesta contro la fiducia su una legge elettorale, resta il presidente Giuseppe Paratore nel 1953”. Su Twitter il responsabile riforme del M5S, Danilo Toninelli, aggiunge: “L’uscita di Grasso dal Pd suona come una presa in giro colossale. Avesse avuto coraggio si sarebbe dimesso da presidente prima delle fiducie”. Alessandro Di Battista attacca Renzi: “La decisione di Grasso è clamorosa, ma anche lui si è reso conto che questo partito ha portato avanti manovre da golpisti istituzionali, cose fatte da uno squallido golpista e bulletto”.
Il ministro Martina: “E’ una scelta che amareggia”
“La motivazione della scelta del Presidente Grasso di lasciare il gruppo parlamentare del PD la capiremo nei prossimi giorni – ha detto il Ministro alle politiche agricole e vicesegretario del Pd, Maurizio Martina – certo è una scelta che amareggia, non c’è nessun dubbio. Se il tema fosse quello della legge elettorale, sono convinto che avremmo buoni argomenti per spiegare il perché delle nostre scelte”. Così
Speranza (Mdp): “Rispetto Grasso, c’è bisogno di buoni esempi”
Roberto Speranza (Mdp) ha commentato la decisione del presidente Grasso. “Chi serve lo Stato si trova spesso dinanzi a scelte difficili ed è proprio per questo che apprezzo il senso delle istituzioni sempre dimostrato dal Presidente del Senato – ha detto il leader di Mdp -. Rispetto profondamente la decisione di lasciare il gruppo del Pd dopo le ultime gravissime scelte compiute. La politica ha oggi più che mai bisogno di buoni esempi”.
Forza Italia: “Visco e Grasso due tegole per il Pd”
“Visco riproposto e Grasso dimesso. Due tegole per Renzi e per il Pd, seconde forse solo alla sconfitta referendaria dello scorso dicembre #avanticosì”, scrive su Twitter Deborah Bergamini, responsabile comunicazione di Forza Italia.