Le tradizioni popolari insegnano che del maiale non si butta via nulla. Questo vale però anche per il tonno, almeno sulla Riviera ligure. L’azienda genovese Mare Aperto, di proprietà del gruppo spagnolo Jealsa, è tra i principali produttori di conserve ittiche ed ha recentemente sviluppato un sistema di valorizzazione totale della materia prima utilizzata nei suoi siti produttivi.
Con il progetto “We Sea” l’azienda è stata in grado di sfruttare il 100% della materia prima utilizzata attraverso tecnologie di biovalorizzazione marina e di estrazione selettiva. Se infatti in Mare Aperto circa la metà della materia prima pescata viene utilizzata per la creazione di prodotti destinati all’alimentazione umana e al pet food, il resto viene trasformato in farina e olio di pesce, destinati al settore dell’acquacoltura e industrie affini. C’è poi la restante parte che viene utilizzata dal settore farmaceutico e cosmetico. Gli scarti del tonno sono infatti ricchi di molecole attive – come Omega 3 e collagene – indispensabili per la produzione di cosmetici, farmaci e integratori, rendendo possibile così un uso totale delle risorse marine. Un passaggio non da sottovalutare, se si considera che gli scarti di lavorazione dell’industria conserviera del tonno superano le 450mila tonnellate all’anno.
«Rendere il settore più sostenibile significa andare oltre il concetto di sottoprodotto – dichiara Carlos Blanco, amministratore delegato di Mare Aperto -. Dobbiamo fare tutto il possibile per valorizzare ciò che è di origine naturale. Dunque, attraverso le aziende del nostro gruppo, trasformiamo tutte le parti del pescato non destinate all’alimentazione umana in prodotti di alta qualità, destinati a diversi mercati».
La biovalorizzazione consente di trasformare la materia prima non usata per il tonno in scatola in prodotti a valore. «Il processo inizia con l’identificazione e la selezione delle singole parti del tonno – afferma Blanco -. Queste vengono sottoposte ad analisi e, a seconda delle caratteristiche peculiari o dei principi attivi contenuti, vengono lavorate attraverso processi di estrazione e concentrazione, in modo tale che ogni elemento abbia un’applicazione specifica». L’apporto di una tecnologia così d’avanguardia ha permesso dunque agli scarti di tonno di tramutarsi in prodotti cosmetici o nutraceutici.